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MUSEO •
Le Sale di Esposizione Funghi

Album Fotografici





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Villa Camozzi Secondo Piano_Villa Camozzi Piantina Secondo Piano
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Funghi: misteriosi e stravaganti



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Il Museo di Grandola ed Uniti, per gentile concessione del Museo Cantonale di Storia Naturale di Lugano, ha da qualche anno ha avuto l’opportunità di disporre di un liofilizzatore per la conservazione dei funghi.
Il processo di liofilizzazione si attua sfruttando il punto triplo dell’acqua previo accorgimento dei valori di pressione e temperatura nelle fasi di trattamento.
In sostanza una volta inserito il fungo nel liofilizzatore la temperatura viene abbassata a –50 °C mentre una pompa crea il vuoto nel congelatore.
In queste condizioni l’acqua evapora senza liquefare (sublimazione) permettendo l’essicazione del fungo in assenza di fase liquida, fattore che permette la conservazione della specie evitando alterazioni di forma e colore; il fungo così trattato può essere conservato per decenni. Mediante l’utilizzo di questa procedura gli addetti al museo hanno potuto conservare una piccola collezione micologica.

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Che cosa sono i funghi?

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In passato gli studiosi consideravano i funghi forme di vita vegetale inferiore ed erano studiati nell’ambito della botanica. In realtà i funghi si differenziano talmente dalle piante con foglie e fiori che, in tempi recenti, sono stati collocati dai biologi in un “regno” a parte.

La differenza sostanziale che distingue i funghi dai vegetali è il sistema di nutrizione: infatti, non svolgono la fotosintesi clorofilliana ma si nutrono di altri organismi (ad esempio le parti morte delle piante, come la lettiera del bosco), inoltre posseggono un patrimonio genetico non condiviso dagli altri esseri viventi.

Le specie ricercate e osservate di frequente nei boschi sono i cosiddetti “funghi con corpo fruttifero”, infatti la parte raccolta è in realtà un prodotto del micelio (il vero fungo) creato dallo stesso per liberare le spore riproduttive.

Un dato sorprendente è che le specie ambite e conosciute sono solo un campione esiguo del grande regno dei funghi, basti pensare che stime recenti fissano il numero delle specie fungine a circa un milione e mezzo, contro, ad esempio, le 250.000 specie di piante a fiore.
Uno degli interrogativi più frequenti che il ricercatore lariano si pone riguarda i modi e i tempi di crescita del corpo fruttifero di certi funghi, come ad esempio il noto “porcino”.
Una delle credenze popolari più in voga è certamente quella del “gas” così riassumibile: “il fungo nasce sotto terra e, successivamente, viene spinto in superficie da un gas misterioso, il tutto in un breve lasso di tempo!; ecco spiegata la mancata osservazione della loro crescita!.”
In realtà è stato ampiamente dimostrato che la formazione del “fungo”è progressiva e graduale e può avvenire nell’arco di una nottata: presso il Museo Cantonale di Storia Naturale di Lugano è possibile osservare una serie di istantanee scattate a un “porcino” in fase di crescita che mostrano come lo sviluppo avvenga nell’arco di diverse ore.
I funghi qui descritti sono suddivisi in base alla forma o alle peculiarità del corpo fruttifero, pertanto questa classificazione non ha nessun criterio scientifico ma serve semplicemente a fornire una descrizione semplice e immediata.
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Vi presentiamo alcuni funghi

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FUNGHI CON CAPPELLO, GAMBO E PORI

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Tra i numerosi gruppi accomunati da questa caratteristica (assenza di lamelle sotto il cappello), vi appartiene il genere Boletus che include i noti “porcini”. Quest’ultimi sono in realtà un gruppo di specie simili tra loro, vi è infatti: il Boletus edulis, il Boletus reticulatus e il Boletus aestivalis.

La presenza/assenza di veleni non è caratteristica di nessun genere o famiglia, per esempio tra i boleti, è incluso il Boletus satanas, detto “porcino malefico”, che provoca intossicazioni di tipo gastrointestinale, più gravi se consumato da crudo.
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Una bella raccolta di boleti provenienti dai boschi di faggio del Lario occidentale.Una bella raccolta di boleti provenienti dai boschi di faggio del Lario occidentale.
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Una coppia di porcini al loro stato naturale
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Un fenomeno raro: “la cappella di un porcino da cui spunta un altro porcino!”
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Un fenomeno raro: “la cappella di un porcino da cui spunta un altro porcino!”
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Un fenomeno raro: “la cappella di un porcino da cui spunta un altro porcino!”
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Un altro fenomeno curioso: l’ “esplosione” di un porcino causata dall’azione del vento durante la fase di crescita.
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Un altro fenomeno curioso: l’ “esplosione” di un porcino causata dall’azione del vento durante la fase di crescita.
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Porcino malefico (Boletus satanas): questo fungo può essere riconosciuto con un semplice stratagemma: basta romperlo e attendere qualche minuto, la carne diventerà bluastra.
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FUNGHI A MENSOLA O CROSTA


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La specie più interessante e ricercata di questa categoria è senza dubbio il fungo barbino (Grifola frondosa) detto anche griffone o fungo reale.
Questo fungo, notevolmente ramificato, cresce regolarmente ogni anno sulle ceppaie di faggio, castagno o quercia e sembra gradire gli autunni piovosi, nei quali appare con una certa frequenza.

È una specie molto ricercata che può essere conservata, seguendo opportune ricette, sott’olio o sotto aceto.
Il dato sorprendente è che il fungo barbino può raggiungere un peso complessivo di oltre 15 kg.
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Un fungo barbino (Grifola frondosa) scoperto nei boschi delle Alpi Lepontine dal sig. Giovanni Larese.
L’esemplare pesava circa 5 Kg
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Un fungo barbino (Grifola frondosa) scoperto nei boschi delle Alpi Lepontine dal sig. Giovanni Larese.
L’esemplare pesava circa 5 Kg
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FUNGHI “SEGNA TEMPO”
(A FORMA DI STELLA)

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Una delle forme più appariscenti tra i funghi è quella stellata che include la “stella di terra sessile” (Geastrum sessile).
Questa specie cresce sia nei boschi di latifoglie che in quelli di aghifoglie e spesso in gruppi di più individui.
Purtroppo è privo di interesse pratico perché non ha sapore o odore particolari.

Molto simile al Geastrum, è l’Astraeus hygrometricus, difficilmente distinguibile dal precedente: questo fungo è igroscopico perché distende le sue lacinie (le braccia della stella) quando il tempo è umido e le contrae in caso contrario.
Nella fase contratta diventa una specie di palla che può essere spinta dal vento favorendo la disseminazione delle spore.
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il fungo “stella di terra sessile”:
un fungo simile a questo, comune nei boschi di castagno, ha funzione di segna tempo perché distende le sue lacinie (le braccia della stella) quando c’è umidità e le contrae in caso contrario.
Nella fase contratta diventa una specie di palla che può essere spinta dal vento favorendo la disseminazione delle spore.
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FUNGHI DAL CATTIVO ODORE


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Tra le specie note per il cattivo odore che crescono tra il basso e l’alto Lario, il primo posto spetta di diritto al satirione (Phallus impudicus).
Questo fungo cresce con maggior frequenza durante i periodi umidi e afosi, la sua presenza è resa manifesta dall’odore cadaverico, scambiato dai ricercatori per un animale morto.

Gli studiosi ritengono correttamente che l’odore fetido rappresenti un espediente per attirare mosche carnarie che, cospargendosi di spore, provocano la disseminazione.
Questo fungo non è commestibile, anche se, ricerche attendibili, segnalano il suo utilizzo (allo stadio di uovo) nel nord Europa.
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satirione (Phallus impudicus)
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questa foto conferma la tesi degli studiosi: “il satirione emette l’odore fetido per attirare mosche carnarie che, cospargendosi di spore, provocano la disseminazione!.”
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FUNGHI GLOBOSI


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I funghi di questa sezione si presentano in varie forme, ma tutti hanno corpi fruttiferi globosi; le spore sono contenute all’interno del “frutto” il quale, giunto a maturazione, si apre per liberarle.
La specie commestibile più conosciuta è la vescia gigante (Calvatia gigantea) che può raggiungere il mezzo metro di diametro e un peso superiore ai 20 Kg.


Un’altra specie diffusa nei boschi umidi del Lario occidentale è il fungo patata comune (Sclerodermia citrinum) detto anche “vescia falsa” o “tartufo dei poveri”.
Quando il rivestimento esterno del “frutto” si lacera, le spore mature vengono violentemente espulse sotto la pressione del piede umano o degli zoccoli degli animali.
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fungo patata comune (Sclerodermia citrinum); in evidenza la rottura del “frutto” e le spore grigiastre all’interno.
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FUNGHI A FORMA DI CERVELLO


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Il fungo a forma di cervello più prelibato è la spugnola (Morchella esculenta); secondo gli esperti questa specie occupa un posto importante in gastronomia, infatti, è intensamente ricercata.

La spugnola cresce nei boschi umidi di tiglio, olmo, frassino e ontano; ma per trovarla bisogna attendere la primavera!.
La ricerca delle spugnole richiede attenzione perché vi sono delle specie velenose simili alla Morchella esculenta.
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spugnola (Morchella esculenta).
La foto è di Pietro Tedesco
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I CERCHI DELLE STREGHE

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A qualcuno sarà capitato di osservare, in particolare nei prati, una disposizione insolita di gruppi di funghi che crescono formando un cerchio quasi perfetto.
Questo strano fenomeno è stato alla base di molte leggende tra cui quella che narra che i cerchi nascono di notte negli stessi punti dove danzano streghe ed elfi; un interpretazione che ricorda vagamente i noti “cerchi del grano”, attribuiti da alcuni all’operato di entità extraterrestri.

Gli studi di micologia hanno però chiarito definitivamente il fenomeno, sostenendo che la disposizione circolare si verifica perché le colonie miceliari di questi funghi si diffondono in modo centrifugo, la crescita dei corpi fruttiferi avviene quindi a intervalli regolari al margine delle colonie.

Ancora una volta nessun potere magico o alieno!; peccato!, attenderemo la prossima occasione!.


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un cerchio delle streghe in fase di formazione.
Foto di Pietro Tedesco
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Un fungo bistecca (Fistulina epatica) attaccato alla ceppaia di un castagno; i funghi consumano giornalmente ingenti biomasse di vegetali morti, attività estremamente importante negli ecosistemi naturali.
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Villa Camozzi

MUSEO ETNOGRAFICO
E NATURALISTICO
VAL SANAGRA
Villa Camozzi - Sede Municipio e Museo
Piazza Camozzi, 2 • 22010 Grandola ed Uniti • (CO) • Italy
e-mail: [email protected]
Tel. +39 0344 32115 • Fax +39 0344 30247

e-mail: [email protected]www.museovalsanagra.it

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