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L’aspetto rilevante della Val Sanagra è l’ambiente ancora selvaggio fatto di mosaici di boschi, praterie e alpeggi.
La conservazione del patrimonio naturale, l’assenza di un’urbanizzazione altrimenti sempre crescente e, paradossalmente, la facilità di comunicazione e raggiungibilità fanno di quest’area uno dei territori più interessanti in ambito lariano.
A conferma di ciò basti ricordare che i comuni di Grandola ed Uniti, Menaggio e Plesio presentano le ultime abitazioni sino a circa 900 m di altitudine, limite oltre il quale si estendono interi ettari di boschi in pieno sodalizio con un ambiente naturale quasi incontaminato. |
La conservazione della valle è frutto di “un’eredità” delle vicende storiche; in effetti i primi insediamenti furono, in un primo tempo, esclusivamente stagionali perché legati all’allevamento ed allo sfruttamento dei boschi e, solo più tardi, divennero permanenti per attività di tipo artigianale, pre industriale o industriale che utilizzavano l’acqua del torrente a scopo energetico.
La derivazione delle acque del Sanagra è stata frequente in passato e numerosi sono stati gli utilizzi: le captazioni necessari per alimentare le macine dei mulini (oggi ancora presenti), i magli dei forni (loc. “Forno” – Cardano) e le turbine per la produzione di corrente (Seterie e Impresa Venini di Menaggio).
Nonostante queste attività siano cessate, permangono ancora i resti degli impianti di captazione. |
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