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Il maggior campionario dei reperti estratti dalle rocce della Val Menaggio è costituito da piccoli pesci, in genere non superiori agli 11 cm, appartenenti al gruppo dei Pholidophoriformes, meglio conosciuti come folidoforidi.
La presenza di questi pesciolini, in modo analogo alle sarde e alle alici attuali, rivestiva un ruolo importante nelle catene ecologiche degli antichi mari triassici, poiché erano fonte di nutrimento per tutti i pesci predatori.
Un dato interessante è il ritrovamento, da parte di Attilio Selva, di altri folidofori in Val Sanagra e in Val Rezzo, questo nuovo affioramento potrà in futuro essere comparato con i fossili di Menaggio che risulterebbero di poco posteriori a quelli della Val Sanagra.
Oltre all’area comasca i folidoforidi erano stati ritrovati in precedenza in poche altre località italiane e europee, ricordiamo: Grune in alta Valvestino (Brescia), Cene (Bergamo), Ponte Giurino (Bergamo) e Seefeld in Tirolo (Austria).
Lo studio dei folidoforidi volto all’identificazione delle singole specie è un lavoro molto specialistico che richiede il confronto di numerosi fossili, spesso nelle migliori condizioni di conservazione.
Questa premessa è stata considerata dallo scrivente come monito a non imbattersi in avventate identificazioni che potrebbero generare equivoci o fraintendimenti per gli specialisti del settore.
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Pertanto, sia per i fossili di Menaggio, della Val Rezzo e della Val Sanagra verrà utilizzato il nome “folidoforidi” in senso generico, anche se all’interno del gruppo vi sono senz’altro differenti forme, alcune analoghe a quelle identificate dal ricercatore Rocco Zambelli per l’area Bresciana e Bergamasca.
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